Categorie: Economia&Aziende
Sabato 25 Marzo 2017 alle 20:09
Martedì sarà l'ultimo giorno per aderire all'offerta pubblica di transazione della
Banca Popolare di Vicenza. Ieri le sottoscrizioni hanno raggiunto quota 66%. Intanto, l'agenzia canadese di rating
Dbrs ha confermato la valutazione (B sul lungo termine, R4 sul breve) con la notazione «sotto osservazione con implicazioni negative» e ha declassato
Veneto Banca portando il rating allo stesso livello di
BPVi. La notizia è arrivata il giorno dopo che le dichiarazioni della presidente della
vigilanza bancaria della
Banca Centrale Europea Daniele Nouy avevano messo in allarme il Veneto. «In casi particolari il consolidamento può anche prendere la forma dello scioglimento delle banche se diventano non sostenibili», aveva detto giovedì.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Domenica 19 Marzo 2017 alle 11:19
di Emilio Randon, da Il Corriere del VenetoQueste non sono più banche, sembrano alberghi fuori stagione, Rimini a dicembre, il mare d'inverno che a vederlo ti viene da cantare con la Bertè «qui non viene mai nessuno a farci compagnia». Per la verità qualcuno ieri c'era, ma erano pochi, e anche questi erano clienti fuori stagione, fuori tempo massimo e comunque rovinati. Nella sede di Veneto Banca in viale Crispi a Vicenza , dalle 9 a mezzogiorno, se ne sono visti cinque, altrettanti in centro nella sede della Banca Popolare di Vicenza, in entrambe un commesso apriva, un funzionario accoglieva, dopo di che, firmata la capitolazione, li vedevi uscire mesti questi ex clienti schivando i giornalisti, chi non firmava conservando intatta la rabbia e per questo meglio disposto a renderla pubblica.
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Categorie: Economia&Aziende
Domenica 19 Marzo 2017 alle 10:58
Di Fabio Pavesi, da Il Sole 24 Ore
Quel dilemma angusto se aderire o meno all'offerta di ristoro proposta dalla Banca Popolare di Vicenza ai suoi azionisti e che farebbe chiudere la loro avventura di soci con una perdita secca dell'85% del capitale investito, non li sfiora minimamente. E da tempo. Loro sono i 630 fortunati che sono riusciti a prendere l'ultimo treno utile. Quello che è passato prima che la banca chiudesse il mercato della compravendita dei suoi titoli. Quei 630 salvati dal baratro hanno rivenduto le azioni tra settembre del 2014 e febbraio del 2015 al prezzo di 62,5 euro. Usciti indenni quindi. Anzi anche guadagnandoci per chi le aveva in portafoglio a prezzi più bassi. Un colpo di fortuna, preveggenza o un corridoio privilegiato che ha permesso a qualcuno di superare la fila dei richiedenti che volevano scappare dalla Vicenza? Non è dato sapersi.
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Domenica 12 Marzo 2017 alle 11:42
A metà strada tra il Dottor Stranamore e l'Apprendista Stregone, il ministro
Pier Carlo Padoan sta tentando un esperimento senza precedenti: assistere immobile al possibile
fallimento di tre grandi banche provocato in buona parte dalla sua stessa immobilità . Non è tutta colpa di Padoan. Al disastro incipiente di
Mps,
Banca Popolare di Vicenza e
Veneto Banca (quasi il 10 per cento del sistema bancario italiano) stanno dando un contributo decisivo i burocrati della
Bce e della
Commissione Ue, fantasiosi inventori di un
Comma 22 dietro l'altro. Sulle tre banche italiane stanno facendo la prova su strada della
Direttiva Brrd, più nota come quella del
bail in. E Padoan assiste immobile. La direttiva prevede che, in alternativa alla "
risoluzione" (fallimento o giù di lì) si può ricorrere alla "
ricapitalizzazione precauzionale", iniezione di denaro dello Stato.
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Categorie: Economia&Aziende
Domenica 12 Marzo 2017 alle 10:36
di Andrea Priante e Nicola Zanetti, da Il Corriere del Veneto
Venti minuti. Il tempo di ascoltare le spiegazioni di una «cortesissima impiegata» che poi indica un paio di punti su un foglio. «Firmi qui e qui».
È fatta. Elisabetta Gallucci esce da una filiale vicentina di Veneto Banca con la stessa rabbia di quando è entrata ma almeno con la promessa di qualche soldo in più. Accompagnata dalla figlia avvocato, ha deciso di aderire all'offerta di transazione. E l'ha fatto ieri, con gli uffici aperti anche di sabato (si andrà avanti fino al 22 marzo), proprio per favorire i clienti disposti ad accettare l'offerta (il 15% del prezzo pagato per ogni azione) e chiudere i possibili contenziosi. «Dieci anni fa avevo comprato 8mila euro di titoli Veneto Banca, ora me ne daranno un migliaio», racconta questa casalinga di 68 anni. Soddisfatta? «Non avevo scelta.
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Lunedi 6 Marzo 2017 alle 19:43
Due date, tre miliardi di perdite e una montagna di sofferenze a cui trovare un prezzo. La primavera per le due ex popolari venete è ancora lontana. Sulla loro strada il primo nodo si scioglierà la prossima settimana, il secondo otto giorni dopo. Mercoledì 15 marzo scadrà il termine per le adesioni alla Opt di
Veneto Banca, l'Offerta pubblica di transazione. Il 22 arriverà a termine l'offerta della
Banca Popolare di Vicenza. Solo allora, contando le adesioni, sarà possibile capire quanti soci avranno deciso di rinunciare a ogni possibile azione legale in cambio di 9 euro (6 per la Veneto), mantenendo però il possesso azionario. Sarà un dato chiave per stimare l'impatto delle possibili cause civili residuali e il loro peso sui bilanci futuri. Non ci saranno, è il caso di sottolinearlo, offerte al rialzo all'ultimo minuto, non ci sarà un intervento salvifico dello Stato per i 170 mila soci oggetto dell'offerta. Prendere o lasciare. Dare fiducia ancora un volta, recuperando il 15 per cento di quanto venne investito, o indicare la strada della chiusura.
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Domenica 5 Marzo 2017 alle 15:45
Più passa il tempo e più si ingarbuglia il nuovo intervento straordinario in
Veneto Banca e
Banca Popolare di Vicenza. L'offerta di
transazione per gli azionisti ridotti in briciole dagli aumenti di capitale, entrambi sottoscritti da
Atlante la primavera scorsa, procede a rilento (le adesioni sono al 25% della platea complessiva) e il calendario si avvia verso la chiusura dei termini, previsto per il 15 marzo (per la popolare di Montebelluna, il 22 per quella vicentina, ndr). Tanto che all'interno delle due banche si è posto il tema di una proroga, di una quindicina di giorni. Una decisione definitiva non è stata ancora presa, ma molti sono scettici; anche ammesso che alla fine ci sia, l'eventuale proroga arriverebbe solo all'ultimo istante.
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Domenica 26 Febbraio 2017 alle 10:52
«
Ci vuole un villaggio per far crescere un bambino. E uno anche per violentarlo. Chi guarda dall'altra parte di fronte al crimine ne è corresponsabile». Il Veneto del disastro bancario come la
Boston della pedofilia nella Chiesa del film
Spotlight.
Luigi Zingales, l'economista padovano che insegna a Chicago, si sa, arriva subito al punto, secondo la logica americana. Tagliando i troppi meandri, che spesso sfociano nell'autoassoluzione, dei discorsi all'italiana. La riprova si è avuta ieri, nell'aula magna dell'Università di Padova, dove il suo intervento è stato il perno del convegno sul risparmio e le banche, organizzato per i cinquant'anni dello studio professionale Cortellazzo&Soatto. Dunque il Veneto dei misfatti di
Banca Popolare Vicenza e
Veneto Banca come la Boston della pedofilia? «
Eh sì - spiega a convegno finito Zingales -.
Nel film Spotlight dicono che la colpa non è solo della Chiesa, ma anche di chi ha guardato senza far nulla. E in Veneto di gente che ha fatto così ce n'è parecchia» (VicenzaPiù ha scriito, da sola, fin dal 13 agosto 2010, vedi il libro "
Vicenza. La città sbancata").
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Domenica 19 Febbraio 2017 alle 11:00
Un piano d'incontri con i soci, da moltiplicare con l'aiuto dei sindaci, con cui parlerà nel vertice convocato giovedì dal sindaco di Montebelluna,
Marzio Favero. E subito dopo un'altra iniziativa: «Ho chiesto alla neo-consigliera
Paola Pierri, che ha grandi esperienze sia di banca che di filantropia, di costruire il progetto per usare i
30 milioni destinati ai soci socialmente disagiati. In tempi rapidissimi: un paio di settimane».
Massimo Lanza, presidente di
Veneto Banca, fa partire l'offensiva finale sui rimborsi ai soci per le azioni azzerate. Il conto alla rovescia è inesorabile, alla scadenza delle adesioni, il 15 marzo, mancano venti giorni. Inutile chiedergli delle perdite del bilancio 2016 o dell'esito dell'ispezione Bce sui crediti chiusasi la scorsa settimana («sintonia perfetta tra banca e team ispettivo: attendiamo la relazione»).
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Domenica 19 Febbraio 2017 alle 10:47
«Entriamo in quella stessa banca che ci ha derubato e siamo trattati da pezzenti, da individui ed imprenditori falliti. Ci fosse almeno qualcuno che chiede scusa». Forse è uno sfogo come ne sono stati pronunciati a migliaia, fra i piccoli azionisti risparmiatori di
Veneto Banca e della
Banca Popolare di Vicenza. Ma quello mandato ieri di
Fiorenzo Pastro, casa a 500 metri da quella Villa Loredan delle assemblee trionfali di Vincenzo Consoli e Flavio Trinca, con le slide colorate di inarrestabile ascesa , è lo spietato osservatorio dei 24 mila
artigiani pensionati veneti di cui è il presidente. Sono quelli che, in larga misura, nemmeno possono riflettere sull'offerta di transazione perché i loro titoli sono stati comperati più di dieci anni fa e dunque, per effetto della prescrizione, non sono più un rischio legale. «Mi aspettavo che chi ci ha per anni accolto allo sportello come vecchi amici, a pacche sulle spalle, vedesse invece in noi i soci più fedeli, quelli che al valore di una banca cooperativa hanno sempre creduto».
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