Sarebbe in corso da parte di Intesa e di Unicredit, su sollecitazioni del governo, un tentativo per "raccogliere" insieme alle altre banche di riferimento il miliardo e passa di euro da parte di investitori "privati", la cifra preventiva che Margrethe Vestager vuole sul tavolo come condizione per poi consentire il, presunto, "salvataggio" della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca con la loro "ricapitalizzazione precauzionale" per altri 4 miliardi e "spiccioli" a carico dello Stato. L'operazione appare difficile da attuare, soprattutto per Unicredit, reduce da un mega aumento di capitale da 13 miliardi per impostare la soluzione dei suoi problemi.
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Non succede spesso che un procuratore capo venga bocciato due volte di seguito e sulle due inchieste più importanti sulla sua scrivania. Questo, però, è appena successo a Vicenza dove il dr. Antonino Cappelleri ha subito il no, sul caso di Borgo Berga, del Gip Massimo Gerace alla sua richiesta di demolizione delle costruzioni della cementificazione contestata, anche se il magistrato le definiva illegittime, per poi addirittura trovarsi il giudice a cui aveva fatto ricorso che non solo confermava il niet di Gerace, motivato da strane questioni di opportunità a "non demolire", ma addirittura benediceva la bontà degli edifici della Sviluppo Cotorossi che fa capo al gruppo Maltauro, quelle delle tangenti multiple e oggi incensato sulla stampa locale col suo nuovo, anonimo, brandICM, che sta per Industrie Costruzioni Maltauro.
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Giorgio Barbieri sul Il Mattino di Padova e su altri quotidiani locali del gruppo Finegil Repubblica propone un'interessante intervista all'imprenditore trevigiano Bruno Zago, patron del gruppo ProGest, che nel 2016 era a capo a capo dell'associazione dei grandi soci di Veneto Banca e aveva lanciato la sfida per l'aumento di capitale da un miliardo, il cui flop aveva poi portato Atlante a impadronirsi della banca a 10 centesimi ad azione, prima di essere "scoraggiato", diciamo così, a portarla a termine insieme ai componenti della sua cordata da quell'Europa che oggi pretende che siano proprio i "privati" a immettere una cifra simile nelle due ex Popolari venete per consentirne poi la "ricapitalizzazione precauzionale" da parte dello Stato.
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La crisi delle due banche popolari venete rischia di trascinare a picco, oltre a un pezzo dell'economia nazionale, anche il governo e i vertici della Banca d'Italia. La situazione è disperata al tal punto che da ieri si contano due novità di rilievo. Stando a quanto risulta al Fatto, Paolo Gentiloni ha deciso di intervenire e ha parlato della sorte di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con Angela Merkel durante i colloqui del G7 a Taormina. In sintesi, il premier avrebbe chiesto alla cancelliera di ammorbidire la posizione tedesca - che a Bruxelles conta più di qualunque altra cosa - sulla vicenda nella speranza così di ammorbidire anche la Commissione europea.
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Fabrizio Viola e Cristiano Carrus hanno varcato stamattina tardi la porta della Commissaria Europea alla Concorrenza, cioè la responsabile dell'Antitrust Margrethe Vestager, proprio mentre avveniva qualcosa, il primo downgrandig, da Aa3 a A1 della Cina neo capitalista, di più epocale, ci perdonino i nostri lettori locali, della possibile "risoluzione" della Banca Popolare di Vicenza e/o (anche a vocali invertite) di Veneto Banca di cui i due Ad sono venuti a Bruxelles a perorare la causa "implorando" l'applicabilità dell'intervento di Stato sotto forma di "ricapitalizzazione pracauzionale" per degli spiccioli come 6.4 miliardi di euro almeno di cui, però, l'Europa vuole che almeno un miliardo fresco, conversione di bond subordinati per 740 milioni e anticipo di Atlante per 900 milioni a parte, arrivi da ormai sorde casse private.
Una partecipata presentazione di “Vicenza. La città sbancata†all'associazione ViNova nella sede in viale Verdi a Vicenza. Il presidente Otello Dalla Rosa e l'economista Paolo Gurisatti, membro del direttivo, hanno ospitato il direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello per quella che è stata "una delle più grandi crisi bancarie" ha esordito Dalla Rosa nella sua introduzione iniziale. "Rappresenta la crisi di un sistema e degli azionisti che si trovano mazziati due volte, oltre che la crisi della classe dirigente". E Dalla Rosa poi accusa che "siamo di fronte a tempi insostenibili della Procura di Vicenza, è inaccettabile, come pure la mancanza finora di un'azione di responsabilità verso gli amministratori".Â
«Pressioni sulle filiali: mutui in cambio di acquisto di 100 azioni». Scriveva, tra gli altri, Maurizio Cescon sul “Messaggero Veneto†il 14 settembre scorso: «Erogazione di mutui casa in cambio dell’acquisto di un pacchetto minimo di 100 azioni, per un controvalore di 6.250 euro. Secondo l’Antitrust il “sistema†messo in piedi da Banca Popolare di Vicenza nel biennio 2013-2014, in occasione dei maxi aumenti di capitale dell’era Zonin e applicato a migliaia di risparmiatori di Veneto e Friuli Venezia Giulia diventati soci loro malgrado, si identifica come pratica commerciale scorretta. Da qui la maxi multa da 4,5 milioni di euro (l’Autorità per il mercato e la concorrenza ha concesso uno sconto di 500 mila euro sul massimo di 5 milioni perchè BpVi ha i conti in rosso)...». Prima di proporvi in fondo* la prosecuzione dell'articolo, vi riveliamo e documentiamo qualcosa al riguardo dell'argomento delle "100 azioni scorrette".
Riunione il 21 settembre in Banca d'Italia per fare il punto sulla riforma delle Bcc. Il capo della vigilanza di via Nazionale Carmelo Barbagallo ha convocato i vertici di Iccrea, Federcasse e Cassa Centrale per capire a che punto si trova il processo di definizione della stessa riforma. La riunione sarebbe comunque interlocutoria. Da più parti si cerca di evitare una rottura all'interno del movimento che porti alla costituzione di un secondo gruppo autonomo coagulato attorno alla trentina Cassa centrale e che coinvolgerebbe diverse Bcc del Nord Est.
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