Confermata la nostra indiscrezione di oggi ("Banca Popolare di Vicenza, a Milano accordo tra Iorio e Fondo Atlante: azione a 10 cent per tutti") sembra spianarsi (il dubbio è d'obbligo dopo i mille up & down di questa storia) la sofferta strada verso l'aumento di capitale da 1,763 miliardi della Banca Popolare di Vicenza che per il 75% sarebbe sottoscritto dal Fondo Atlante della Quaestio SGR, a cui partecipa da "garante" governativo con 500 milioni anche la Cassa Depositi e Prestiti e che è subentrato a salvare Unicredit e... i proclami di Iorio. Ma c'è un "ma". Il Fondo, infatti, ha ribadito di essere disposto a farsi carico della parte, maggioritaria, non sottoscritta del capitale a 10 centesimi per azione, il minimo stabilito dall'ormai famoso "Cda della forchetta".
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Tutti, o quasi, sanno ormai che il Fondo Atlante è quello attivato dalla Quaestio Sgr (Società di Gestione di Risparmio) per raccogliere una massa minima di 4 miliardi di denari "privati" (Cdp partecipa con 500 miloni come garante pubblico e morale dell'operazione di moral suasion del Governo verso gli investitori bancari, finanziari e assicurativi) da destinare per il 70% alla sottoscrizione di quote inoptate (non sottoscritte) nei prossimi aumenti di capitale delle banche malridotte (il primo preventivato e rimandato di qualche giorno, almeno..., è quello della Banca Popolare di Vicenza).
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Alleghiamo la nota appena perventuta dalla Banca Popolare di Vicenza che dà conto, dopo il memorabile "Cda della forchetta" dello slittamento di fatto delle procedure per l'aumento di capitale da 1,763 miliardi a causa delle richieste della Consob sulla possibile Opa obbligatoria nel caso che Atlante divenga azionista di controllo e degli adempimenti autorizzativi ancora in essere. Commenteremo a breve questa nota che alla rabbia crescente dei soci beffati aggiunge i dubbi per i nuovi sulla realizzabilità dell'operazione che, come ha detto Iorio dopo il dissolversi della sue "soluzioni", non salverà la banca ma consentirà semplicemnte di provarci...
Banca Popolare di Vicenza. Su richiesta di Consob, Banca Popolare di Vicenza S.p.A. ("BPVi" o la "Banca") rende noto che, in data 18 aprile 2016, è stata informata della stipula - avvenuta in pari data - di un accordo tra UniCredit e Questio Capital Management SGR S.p.A., società unipersonale ("Quaestio"), promotrice del fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo chiuso denominato "Atlante" (il "Fondo Atlante")
Se solo a tarda sera di lunedì il consiglio di amministrazione della Popolare di Vicenza ha approvato la, a dir poco, "anomala" mega forchetta di prezzo (da 10 centesimi di euro e 3 euro) l'atteso incontro di oggi, mercoledì 20 aprile, al Four Season di Milano per presentare l'aumento di capitale da 1,763 miliardi di euro e la contestuale quotazione in Borsa è saltato stasera sul tardi. La Consob non avrebbe, infatti, sciolto tutte le sue riserve, per lo meno procedurali, sull'operazione e a Iorio & c. toccherà lavoro supplementare per soddisfare le richieste di un organo di controllo del mercato che, come Bankitalia, con i suoi pressing e le sue imposizioni di questi giorni sta dimostrando quanto prima sia stato colpevolmente distratto se non assente.
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"Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza" ci invia questo video con un accompagnato da questo commento: "Giusto per curiosità , guardatevi questo video... lo dicevamo ancora prima di dicembre ma, in gennaio, siccome quasi nessuno ci dava voce (grazie a chi, invece, ce l'ha data) e BpVi diceva "No problem", abbiamo registrato questo breve pezzo su Unicredit". A parlare è Luigi Ugone.
Banca Popolare di Vicenza S.p.A. rende noto che, facendo seguito a quanto comunicato in data 9 marzo 2016, a seguito della scadenza del termine per l’esercizio del diritto di recesso - ai sensi dell’art. 2437, comma 1, lett. b), cod. civ. (il “Diritto di Recessoâ€) - da parte dei soci e degli azionisti della Banca che non avevano concorso all’approvazione della delibera di trasformazione della Banca in “società per azioni†- approvata dall’Assemblea straordinaria del 5 marzo 2016 - sulla base delle dichiarazioni pervenute, il Diritto di Recesso è risultato validamente esercitato per complessive n. 271.339 azioni ordinarie BPVi (le “Azioni Oggetto di Recessoâ€), pari allo 0,27% del capitale sociale.
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Per l'offerta delle azioni di Banca Popolare di Vicenza da realizzare tramite una Ipo contestuale all'aumento di capitale di 1,763 miliardi di euro e connessa quotazione in Borsa, il Cda ha appena definito la "forchetta di prezzo" indicativa e oscillante tra un minimo 0,10 Euro per azione fino a un massimo 3,00 Euro per azione. L'oscilazione molto ampia, e inconsueta, è giustificata, da una rapida e prima lettura del testo del comunicato ufficiale, oltre che da diversi moltiplicativi sul parametro P/TBV (Price/Tangible Book Value, rapporto tra il prezzo dell'azione e il capitale netto tangibile, quindi al netto degli avviamenti, ndr) che sulla volatilità attuale della Borsa.
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Prima ancora che il Cda vicentino stabilisca la "forchetta" (preannunciata per stasera ma non ancora nota mentre scriviamo visto che Cda si è riunito in notturna) tra il valore minimo (0,30 euro?) e massimo (0,50?) del valore delle azioni della Banca Popolare di Vicenza avviata obbligatoriamente all'aumento di capitale in Borsa, è chiaro che a fare l'affare possono essere, oltre a chi avrà singolarmente e ancora il coraggio e i soldi per sottoscrivere l'aumento, soprattutto i fondatori, alcuni "ciclopici", del Fondo Atlante, messo in campo dalla "moral suasion" del Governo di Matteo Renzi e del ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan che sono riusciti a farvi convergere gruppi bancari, finanziari e assicurativi usando a garanzia della bontà dell'operazione il suo braccio operativo, la Cassa Depositi e Prestiti.
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"Popolari venete. Una soluzione alla milanese" titolaIl Corriere della Sera un lucido articolo di Stefano Righi che vi proponiamo di seguito, mentre ci sarebbe un'intesa di fatto secondo la quale il Fondo Atlante, di cui fanno parte Unicredit, Intesa, Cdp e varie altre istituzioni finanziarie e assicurative, tra cui Unipol, "si prenderebbe" Banca Popolare di Vicenza assumendosi al suo posto l'onere dell'inoptato e alleviando così l'impegno diretto sul quale Unicredit stessa aveva espresso forti perplessità , che unite a quelle di Intesa per il suo analogo impegno con Veneto Banca, hanno portato il Governo a promuvere gli accordi che hanno generato il fondo di salvataggio Atlante, privato ma con garanzie collaterali ben più ampe.
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Riceviamo da Andrea Arman, presidente Azionisti Associati Banca popolare di Vicenza, e dal Coordinamento associazioni Banche popolari venete "Don Torta", e pubblichiamo "le proposte che - scrive Arman - , come associazione e coordinamento banche popolari venete, intendiamo proporre agli organi istituzionali, dal momento che ancora una volta l'attenzione è rivolta solo a salvare la banca, ignorando per l'ennesima volta noi azionisti risparmiatori".
Le associazioni dei risparmiatori delle banche popolari venete da tempo sostengo la necessità di affrontare l'enorme problema del crack delle banche popolari da due diverse angolature: la prima economico finanziaria, riferita ai singoli istituti bancari; la seconda socio economica con particolare attenzione alle ricadute sociali ed alla creazione di condizioni che consentano la ripartenza della società ed economia veneta (foto di Giulio Todescan per Veneto Economia).