E sono 700! In Veneto i morti sul lavoro sono 69, a Vicenza 10. Ma Lega e M5S tagliano tariffe dei premi per indennizzi INAIL!
Con Marian Bratu, l'operaio delle Acciaierie Venete morto il 26 dicembre dopo oltre 7 mesi di agonia e atroci dolori per le ustioni riportate mentre lavorava e il boscaiolo morto il 27 dicembre a Chiuppano (VI), sono 700 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro da inizio anno. Questo numero spaventoso è certificato dalle liste dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli. Inoltre, se si considerano anche i decessi in itinere, le lavoratrici e i lavoratori morti (la stima è prudenziale) salgono a oltre 1400. In Veneto i morti sono 69: Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).
Continua a leggerePedemontana, sotto controllo il cedimento nei pressi della galleria a Castelgomberto

WM EXPO 2017 alla terza edizione: le eccellenze del web marketing italiano a Padova

CRM Sellf: come funziona e vantaggi della piattaforma

L'esigenza di dotare la propria azienda di un buon software CRM (Customer Relashionship Management, ossia la gestione delle relazioni con i clienti) è oramai imprescindibile, ma non va mai distinta da rapidità e facilità d'uso.
Tanti software, ma sono tutti utili?
Sul mercato dell'Information Tecnology, i software CRM sono molteplici, ma sono tutti utili alla causa? Un sistema che richieda ad esempio un corposo data entry preventivo per quanto efficace nei risultati, richiede lunghe applicazioni preventive, e lungaggini burocratiche che andranno a rallentare nonostante tutto le diverse attività . Serve quindi qualcosa di nuovo ed innovativo nel panorama della gestione pratica dei dati. Un sistema infatti che risulti fine a sè stesso non solo è inutile ma è soprattutto dannoso.
Matteo Renzi dopo il crac delle venete, Il Fatto: “Ignazio Visco? A Bankitalia serve un nome all’altezza”

Luigi Ugone invita Gianni Zonin all'assemblea "Noi che credevamo nella BPVi" di sabato 16. VicenzaPiù ai soci: anche tutti voi inviate mail al vostro ex presidente e convincetelo. Come lui... convinceva tutti voi

Sabato 16 settembre dalle 9 presso il palasport di Via Cavalieri di Vittorio Veneto a Vicenza l'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" ha convocato un'assemblea generale per dare informazioni sulle modalità di insinuazione al passivo della Banca Popolare di Vicenza (e di Veneto Banca) in Liquidazione coatta amministrativa (LCA) e sulle alternative percorribili. Luigi Ugone, il suo tenace presidente, annuncia che saranno presenti altre associazioni, economisti internazionali e studi legali ma lamcia la sua solita e graffiante provocazione invitando ad incontrare i "suoi" vecchi soci Gianni Zonin, l'ex presidente della BPVi per 20 anni dopo essere stato nels uo cda per altri 16 anni.
Continua a leggerePer il turismo veneto in arrivo 12 milioni di euro per riqualificare le strutture

False email in nome del fisco: nuovi tentativi di truffa ai danni dei contribuenti, i consigli dell'Agenzia delle Entrate e dell'esperto

Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, Il Fatto: il Pd perde tempo sui nomi quando manca poco alla fine della legislatura

Ex BPVi e Veneto Banca, Il Fatto: altri 900 lavoratori a rischio esubero, i più delle società lasciate da Intesa alla LCA

In esclusiva i rilievi del 19 dicembre 2000 di Giuseppe Grassano, il dg che lasciò BPVi: li ignorarono Gianni Zonin, il Cda, il presidente dei sindaci Cavalieri e... Banca d'Italia

Prima di proporvi di seguito l'articolo scritto da Beniamino Piccone il 6 Settembre 2017 per Econopoly de Il Sole 24 Ore ("Lezione della crisi per le banche italiane: la necessità del dissenso intelligente") e una serie di pezzi linkati molto istruttivi sull'etica di alcuni manager bancari del passato e sulla ignoranza finanziaria degli italiani, di certo non sgradita ai cosiddetti banchieri di oggi, vi rendiamo disponibile, in esclusiva, la lunga relazione (clicca qui) a cui fa preciso riferimento nel suo pezzo Picone e che, lasciando l'incarico dopo vivaci dissidi con Gianni Zonin presidente di Banca Popolare di Vicenza, scrisse il 19 dicembre del 2000 l'allora direttore generale Giuseppe Grassano.
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